Percorsi
L’alta val Tanaro è sempre stata terra di confine, non configurabile come un ostacolo a chiusura ma come luogo di transito. Aperto a ricevere l’apporto di conoscenze e di stimoli diversi coi quali la gente è venuta a contatto nella sua lunga storia. E’ stata caratterizzata dall’attraversamento di un ampio ventaglio di passaggi fra la pianura e il mare, non solo della riviera ligure, anche di Provenza. Soldati, artisti, mercanti, pellegrini e contrabbandieri l’hanno travalicata per secoli, lasciando contaminazioni nella lingua, nell’arte, nell’economia. Hanno così contribuito a formarne una cultura cosmopolita e particolare, che ancora si avverte. Lo stesso clima e le stesse montagne delle Alpi, che qui terminano (o iniziano), sono peculiari rispetto ai valichi alpini più conosciuti. Percorsi che han richiesto la presenza di chiese e cappelle a corollario, monasteri, certose ed abitati, con gente invogliata ad agevolare i transiti. Anche molte fortificazioni, necessarie a presidiare e a controllare il territorio, come castelli e torri. Tutto ciò immerso in un ambiente coltivato da pazienti contadini e, ove non possibile, selvaggio e incontaminato. Sulle alture più impegnative, lussureggiano ancora pascoli eterni. Una terra che, per la sua posizione, guardava tanto al versante marino quanto al basso corso del suo fiume. Albingaunum (Albenga) fu il centro ed il riferimento del suo inquadramento amministrativo, fino alle invasioni barbariche. Asti ed Alba, lo divennero dopo queste, quando per molti secoli, formò quel marchesato conosciuto come dei Ceva.
L’abitato di Ceva è il punto più a nord di questa zona. La moderna strada di fondovalle, nell’antichità transitava sulle cresta degli spartiacque, sia a destra che a sinistra del fiume. Sono in parte ancora percorribili a tratti e meritano di essere visitate da camminatori che cercano la tranquillità in ambiente ancora incontaminato.
Da Ceva per la sponda sinistra:
conviene raggiungere le case dei Mazzarelli, appollaiate su di una roccia a strapiombo sul fiume proprio ove è sistemata la centrale idraulica, per poi scegliere tre percorsi alternativi: Il primo, quasi interamente pianeggiante, parallelo al canale irriguo che alimenta la centrale, che si snoda fra castagneti e coltivi. Oltrepassa la casa Spinetta per giungere alla cascina della Boschea, probabile casa forte, prima in proprietà di religiosi e poi del marchese di Battifollo. Proseguendo, si raggiunge l’abitato di Nucetto. In alternativa, una variante al percorso, si può ottenere oltrepassando il rio ed addentrandosi nella valletta per una via in salita, che conduce alla cappella di S. Lucia, indi alla frazione Villa di Nucetto. Sulla strada che da questa discende nel fondovalle, si possono visitare i resti del castello medievale dei Ceva di Nucetto. Molto antico, citato attorno al 1100, si presenta con una suggestiva ed alta torre in incantevole posizione panoramica, fu atterrato dai francesi di Napoleone Bonaparte. Accanto, è osservabile l’antica ecclesia de Nuceto, già ricordata all’inizio del 1300 ed ora nel suo stile settecentesco, sconsacrata ma in ottimo stato, con testimonianze e affreschi del XIV secolo.